Il primo passo
Il giornalismo costruttivo parla di soluzioni. Ma il primo passo per parlare di soluzioni è guardare in faccia i problemi.
Ciao!
Speriamo di trovarti bene. Abbiamo passato da pochi giorni il 25 aprile e il 1 maggio, due tra le feste civili più importanti della cultura italiana.
Il 25 aprile e il 1 maggio, come sai, onorano rispettivamente la Liberazione e il Lavoro.
2 L. Vogliamo pensare che abbiano la stessa iniziale non per caso, perché mettere le proprie capacità a disposizione della collettività dovrebbe essere l’atto di libertà più alto della nostra vita.
Ma purtroppo non è sempre così. Non per tutti. Stavolta andiamo dritti al punto.
Quando soluzione non c’è
Il giornalismo costruttivo non è un giornalismo scaldacuore. Non è un “Tutto va bene, madama la marchesa”.
Il giornalismo costruttivo è un giornalismo che, parlando di soluzioni, parla necessariamente di problemi. Perché non c’è soluzione senza problema, ma possono esserci problemi talmente enormi, talmente complessi, da non avere ad oggi una soluzione universale e completa.
Oggi parliamo del gender gap. Un termine che abbiamo (e probabilmente, avrai anche tu) sentito parecchie volte, ma che forse dobbiamo ancora decodificare.
Mariangela Campo, giornalista e co-fondatrice del Constructive Network, ci aiuta a definire questo problema:
Il gender gap è l’impossibilità per una donna di autodeterminarsi
Sì, perché il gender gap (letteralmente “divario di genere”) va oltre le differenze di salario che spesso ci sono tra uomini e donne. Le differenze sono sì di salario, ma spesso anche si possibilità (come purtroppo insegna il diverso trattamento che può esserci in sede di colloquio di lavoro).
Un problema strutturato e globale, a cui fanno da contrappeso tante buone pratiche messe in atto dal mondo associativo e da quello aziendale: c’è chi fa molto, ma ovviamente può farlo solo all’interno del suo campo di azione, in questo caso la propria impresa.
Cosa può fare l’informazione in questi casi? Come si fa giornalismo delle soluzioni in assenza di una soluzione completa? Ne abbiamo parlato proprio con Mariangela:
Pills
La autodeterminazione è sorella della resilienza e la resilienza è di tutti. News48, il magazine ufficiale del Constructive Network, alla resilienza ha dedicato addirittura una serie digital prodotta da AD Communications.
Si intitola Ad Maiora e, come ogni serie che si rispetti, ha le sue stagioni. Dal 26 marzo scorso è iniziata la quarta, con tanto di titoli degli episodi:
Se non conoscevi la serie ma ti piace, ti consigliamo il podcast per rimetterti in paro con gli episodi. No spoiler!
Tra le pillole del mese scorso ti segnaliamo anche un articolo di Assunta Corbo sulla responsabilità di fare e dare voce a chi genera un cambiamento sul tema della sostenibilità ambientale. Come per il gender gap, dare voce a chi si adopera è un passo importante di fronte a problemi iper-complessi.
Costruiamo insieme
Non c’è costruzione se non c’è unione di intenti. Sono state settimane molto intense, che hanno visto il Constructive Network prepararsi al suo Constructive Day, una giornata di formazione, condivisione, sorrisi e visioni condivise, lo scorso 3 maggio.
Visioni condivise sono anche quelle con realtà editoriali come Italia che Cambia, il cui fondatore Daniel Tarozzi è entrato nel Constructive Network nelle scorse settimane.
Ecco il link dell’intervista di Daniel ad Assunta Corbo, sui perché del giornalimo costruttivo: https://www.italiachecambia.org/2024/05/perche-giornalismo-costruttivo/
Fare rete è importante quando si ha un fine comune, in questo caso quello di raccontare chi vuole fare la differenza.
Grazie per il tuo tempo
Ti rinnoviamo l’appuntamento alla newsletter del 3 giugno.
Grazie per l’attenzione, alla prossima e…#beconstructive!
Corrado e Lucia
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